La storia
Già nell’antichità le olive in salamoia (verdi e nere) rappresentavano un pasto ritenuto nutriente, tanto che i legionari romani se ne nutrivano e portavano sempre nelle loro bisacce un pugno di olive per i momenti duri. Insieme alle focacce e al farro, le olive in salamoia rappresentavano il pasto dei soldati. I ricchi cercavano però qualcosa di meglio e quindi si rivolgevano alle olive picene che Ascoli (capitale del Piceno) esportava a Roma. La qualità fu apprezzata anche dai monaci Benedettini-Olivetani, il Papa Sisto V che se le faceva mandare in Vaticano, Rossigni, Garibaldi, Puccini e tanti altri che, buone forchette, tra una nota di musica, un colpo di sciabola e una paterna benedizione, avevano persente che l’uomo non vive per mangiare, ma che il buon mangiare aiuta l’uomo a vivere. Ad ogni buon conto, fare l’oliva ripiena e fritta non è tanto facile. Bisogna curarla con una serie di accorgimenti che vanno dall’acqua seduta, cioè di pozzo e non di tubo; si deve cuocere nell’acqua forte che adesso viene realizzata con la soda ma un tempo veniva preparata in casa facendo passare, goccia a goccia, l’acqua attraverso strati di cenere (sali) e carboni (depurativo). Quando poi l’oliva era “arrivata”, veniva posta in vasi di terracotta con acqua salata e finocchio bastardo. A questo punto la metà del lavoro era fatto, ma mancava il meglio giacché le olive dovevano essere ancora farcite e fritte. Non è databile in maniera precisa la comparsa delle olive ripiene all’ascolana anche se la tradizione vuole che esse risalgano all’Ottocento.
La grande Qualità
Crediamo fortemente che l’unico modo per raccontare una storia fatta di profumi e sapori, sia farlo attraverso gli ingredienti che danno vita a una ricetta che affonda le radici nei secoli…
Così una sola oliva trovano posto ingredienti di altissimo livello nutrizionale, proteine nobili dell’uovo, carni bianche e rosse, parmigiano stagionato, sedano, cipolla, carote, fino ad arrivare a spezie dal sapore esotico come la noce moscata e i chiodi di garofano. Questi oltre ad altri ingredienti vanno a formare una farcia unica al mondo capace di essere riconosciuta in mezzo a mille da chi, anche per una volta sola nella vita, ha avuto il piacere di assaggiare un’oliva all’ascolana come si deve!
Tutti questi prodotti non avrebbero alcun senso se non fossero racchiusi in uno scrigno di Oliva…Il disciplinare della DOP prescrive l’utilizzo del cultivar Tenera Ascolana, varietà unica al mondo specifica del territorio Piceno. OlivA’s si impegna così ad utilizzarla nei suoi prodotti a seconda di stagionalità e disponibilità.
OlivA’s utilizza e lavora i suoi prodotti in maniera artigianale, avendo cura di scegliere materie prime di qualità, acquistate da aziende locali di cui è certa l’affidabilità, sfruttando al meglio i vantaggi della filiera corta.